martedì 5 marzo 2013

Luis Sepùlveda

Luis Sepùlveda
Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico

Chi non ricorda Storia di una gabbianella e del gatto le insegnò a volare? Come dimenticare la commovente vicenda della gabbiana Kengah?

Dopo essere precipitata in un mare di petrolio Kengah era riuscita a stento a raggiungere il balcone di una casa di Amburgo, e lì, poco prima di morire, aveva strappato al gatto Zorba la promessa di covare il suo uovo e, una volta nato, di insegnare al piccolo a volare. Una richiesta paradossale per un gatto il cui appetito poteva essere solleticato dal succulento bocconcino. Eppure, Zorba non era mai venuto meno alla promessa; al contrario, quando si era reso conto di non riuscire a mantenerla da solo, si era ingegnato chiedendo l’aiuto di altri.

Un po’ come nelle favole di Esopo, anche nell’universo narrativo dello scrittore cileno è il mondo animale ad insegnare agli uomini – troppo spesso egoisti, noncuranti e distratti – ciò che davvero conta nella vita: l’onestà, l’amicizia e l’affetto disinteressato. Con la semplicità e insieme la profondità propria solo di un grande maestro, Sepúlveda è riuscito a scrivere una storia emozionante, capace di toccare la sensibilità dei più emotivi ma anche di scalfire la durezza di cuore dei lettori più freddi.

Ora, a sedici anni di distanza dal besteller che ha conquistato il pubblico dei bambini e degli adulti, Sepúlveda torna a scrivere un’altra storia di amicizia fra esseri molto diversi fra loro. Questa volta siamo a Monaco. Max è un ragazzo come tutti gli altri ma ha un amico speciale, il gatto Mix, con cui condivide il suo appartamento. I due sono amici sin dall’infanzia ma, mentre Max cresce e diventa un giovane uomo, Mix invecchia e pian piano perde la vista fino a diventare completamente cieco. Da allora Max stabilisce che tutto in casa deve essere riposto perfettamente in ordine affinché Mix possa muoversi con agilità, senza farsi male. Un giorno, quando il ragazzo è fuori, Mix si accorge che in casa si aggira una presenza, uno strano esserino che ha tutte le sembianze di un topo. Tuttavia, invece di approfittare della debolezza dell’animale per mangiarselo Max decide di lasciarlo libero. Da allora il topo messicano, rinominato Mex, e il gatto dal profilo greco Mix, diventano grandi amici e decidono di condividere le rispettive forze e debolezze. Così, per tutto il tempo trascorso insieme, "Mix vide con gli occhi del suo piccolo amico e Mex fu forte grazie al vigore del suo amico grande. E i due furono felici, perché sapevano che i veri amici condividono il meglio che hanno". Sono passati 16 anni, sono cambiati l’ambientazione e i personaggi, ma l’intento di fondo del nuovo libro di Sepúlveda è rimasto lo stesso: celebrare l’amicizia come valore supremo, perché come dice l’autore, “gli amici sono il nostro più grande rifugio”. Che poi gli animali, dall’alto della loro lealtà siano in grado di trasmettere questo valore meglio degli uomini è un dato di fatto innegabile, ma l’autore non si stanca mai di ripeterlo.
(da IBS)


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